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La Battaglia di Fornovo ebbe luogo il 6 luglio 1495 durante le Guerre Italiane del Rinascimento. L'esercito di Carlo VIII di Francia, composto da francesi, mercenari svizzeri e un contingente di italiani comandato da Gian Giacomo Trivulzio venne fermato da quello della Lega Santa. L'esercito della Lega era formato dagli eserciti di Milano e Venezia, con molti mercenari, italiani, dalmati, greci e tedeschi. In un giorno morirono più di 3 mila uomini e nonostante la confusione finale comunque la conquista di Carlo VIII fu ufficialmente fermata.
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I due fronti che si danno battaglia |
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Lega Santa
eserciti di Milano e Venezia,
con mercenari italiani, dalmati, greci e tedeschi.
Da sinistra a destra: arcieri, balestrieri, fanteria con armatura e scudi, fanteria con lance ed alabarde, cavalieri con e senza armatura, portabandiera
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Francesi
Carlo VIII di Francia, francesi,
mercenari svizzeri e un contingente di italiani
Da sinistra a destra: arcieri, balestrieri, fanteria con armatura e scudi, fanteria con lance e alabarde, cavalieri con e senza armatura, portabandiera
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Il luogo |
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Italia, Fornovo di Taro, circa 30 km a sud ovest di Parma. Il fiume Taro divide i due eserciti. I francesi arrivano dal sud Italia e una volta passati a nord del fiume vengono attaccati dall'alleanza italiana che si distribuisce strategicamente lungo il fiume a sud.
Il 6 luglio 1495, il fiume Taro è alto e a causa delle piogge rende il campo di battaglia un perfetto scenario dove conta più la strategia che la forza bruta degli eserciti. Uno di fronte all'altro divisi dal fiume che non blocca ma sicuramente rallenta l'avanzata di chi per primo lo vorrà attraversare.
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L'esercito della Santa alleanza |
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Francesco Gonzaga divide l'esercito della Santa alleanza in nove divisioni distribuite lungo il fiume Taro
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1°divisione
comando:
Ferruccio Farnese
700 soldati
3.000 cavalieri leggeri
soldati e cavalleria leggera degli Stradiotti
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2°divisione
comando:
Francesco Gonzaga
Ridolfo Gonzaga
400 soldati con armatura
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3°divisione
comando:
Bernardino di Montone
500 soldati con armatura
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4°divisione
comando:
Caiazzo
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5°divisione
comando:
Bentivoglio
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6°divisione
comando:
Italiano da Capri
cavalleria leggera
200 soldati con armatura
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7°divisione
comando:
Carlo di Melita
Veneziani a difesa di Giarola
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8°divisione
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9°divisione
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L'esercito francese |
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retroguardia
conte di Fois
400 cavalieri
100 soldati
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centro
Carlo VIII
900 soldati con armatura
2.500 soldati svizzeri
7.000 soldati semplici
1.500 ausiliari
14 cannoni pesanti
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avanguardia
comandata da Marshal de Gié e
accompagna
Gian Giacomo Trivulzio
28 cannoni leggeri
3.000 soldati
300 arcieri
200 balestrieri
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La battaglia
1. Rappresentazione della battaglia vista dal lato della Santa alleanza
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1495 - 6 luglio, mattina
Carlo VIII si trova a sud del fiume Taro e dopo la colazione e si veste per attraversare il fiume. Manda Philippe de Commynes a negoziare un passaggio sicuro e senza intoppi.
I trevisani però inaspettatamente con male parole si rifiutano di farlo passare.
Mentre la lega si riunisce per decidere il da farsi, Carlo VIII attraversa indisturbato il fiume più a nord. I francesi facendosi beffa della lega chiedono cibo e richiedono concessioni e Carlo dice che si farà strada con le spade se qualcuno tenterà di fermare il suo esercito.
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2. I francesi incendiano il castello di Carona (a sinistra) e attraversano il fiume Taro
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A Carlo viene risposto che non tutti gli italiani sono codardi e che questo giorno verrà ricordato nella storia.
Carlo a questo punto procede verso nord-est. Commynes viene attaccato improvvisamente e contemporaneamente gli svizzeri incendiano il castello di Carona (immagine 2).
Inizia quindi così la battaglia che durerà tutta la giornata. Alla fine si conteranno più di 3 mila morti, un terzo delle perditè sarà francese, ma l'invasione di Carlo venne fermata.
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3. Le divisioni della santa alleanza attaccano i francesi e iniziano ad attraversare il fiume Taro con la cavalleria
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I molti mercenari che componevano entrambi gli eserciti spesso si dedicavano solo alla ricerca del bottino personale, una volta ottenuto o smettevano di combattere o fuggivano dal camopo di battaglia.
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4. Il fiume rallenta i milanesi, ma è attraversabile. I francesi si spostano verso nord-est
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5. Entrambi gli eserciti possiedono cannoni con cui sparano da una sponda all'altra
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6. Quando tre divisioni di Carlo hanno attraversato il fiume Taro, un gruppo di stradiotti (cavalieri) a cavallo attacca le retrovie
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7. Disposizione degli eserciti a mezzogiorno: alleanza a sud e francesi a nord (la cartina è rovesciata di 180°)
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8. Si racconta che la battaglia proseguì fino a sera
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9. Per tutto il giorno gli eserciti si fronteggiarono lungo il fiume
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10. I cavalieri della Santa alleanza attraversarono il fiume in più punti a seconda del livello delle acque
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Si racconta che i francesi si comportarono in modo scorretto: il codice di guerra italiano imponeva che un cavaliere disarcionato non potesse essere ucciso e che la sua battaglia finiva lì. I francesi contrariamente agli italiani (che rispettavano il codice) uccisero i cavalieri disarcionati. Questo è uno dei motivi dei tanti morti da parte italiana.
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11. Vista dei due fronti da ovest verso est. A destra, i francesi e a sinistra l'alleanza
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12. L'attraversamento del fiume Taro fu reso difficoltoso dal fatto che il giono prima aveva piovuto e le acque si alzarono
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13. Si racconta che Carlo fu circondato dai cavalieri milanesi e quasi costretto alla resa
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Si racconta che un gruppo di cavalieri milanesi della divisione del conte Caiazzo all'improvviso incontrò direttamente il re Carlo con le sue guardie del corpo. Grazie al suo cavallo nero Savoy, calmo e possente, e all'aiuto del suo fedele assistente Antoine des Ambus, il sovrano riuscì a sfuggire alla cattura e si rifugiò tra le avanguardie con Marshal de Gié.
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14.Carlo montava un cavallo nero con drappi viola. I milanesi si accontentarono del bottino e lo lasciarono in vita
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15. Alla fine della giornata i morti furono più di 3.000
La marcia trionfale dei francesi fu fermata dalla Santa alleanza.
Carlo scappò poi in Francia senza bottino
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Le rappresentazioni artistiche della battaglia
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Rappresentazione della battaglia visto dal lato dei francesi
Visione dalle colline a NORD verso SUD
Ilario Mercanti detto lo Spolverini
(Parma 1685 - 1734)
"Battaglia di Fornovo dal fronte francese"
Olio su tela, 170 x 292 cm
Rappresentazione della battaglia visto
dal lato dell'alleanza
Visione dalle colline a SUD verso NORD
Ilario Mercanti detto lo Spolverini
(Parma 1685 - 1734)
"Battaglia di Fornovo dal fronte italiano"
Olio su tela, 170 x 292 cm
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Ilario Mercanti detto Lo Spolverini, "Battaglia di Fornovo notturna",
1710 ca., olio su tela, 193 x 460 cm, Parma, Galleria Nazionale
Queste rappresentazioni, dipinte 200 anni dopo, presentano una visione fantastica degli avvenimenti,
soprattutto per quanto riguarda la battaglia notturna. Contribuiscono comunque al ricordo storico e alle ricostruzioni
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Andrea Mantegna - "Madonna della Vittoria" - 1496
Tempera su legno
280 × 166 cm
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Particolare di Gonzaga con l'armatura da cavaliere.
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Francesco Gonzaga commissionò un dipinto ad Andrea Mantegna per esaltare la sua vittoria.
Il quadro chiamato "Madonna della Vittoria" venne conservato in una chiesetta, costruita appositamente a Mantova e chiamata "Chiesetta della Vittoria". Nel quadro è rappresentato in basso a sinistra proprio lo stesso Gonzaga con l'armatura da cavaliere.
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Nel 1797 durante un'invasione il quadro venne rubato dai francesi che lo ritenevano offensivo poiché dal loro punto di vista o la battaglia era stata vinta dai francesi o più probabilmente erano irritati dalla glorificazione della loro sonora sconfitta. Oggi il quadro è conservato al Louvre di Parigi e dovrebbe essere restituito, come altre molte cose...
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Le fonti storiche |
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Alessandro Beneditti - Diaria de Bello Carolino
Medico al servizio dei veneziani, iniziò il suo diario nel maggio del 1495, fu un testimone oculare della battaglia.
La battaglia è descritta nei capitoli dal 29 al 60 del libro 1
Francesco Guicciardini - Storia d'Italia
Capitoli 8 e 9, libro 2
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E se si fossero realizzati i progetti bellici di Leonardo da Vinci usandoli contro i francesi? |
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Leonardo da Vinci nel 1495 inizia ad affrescare il Cenacolo nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.
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E se invece avesse dedicato il suo tempo a realizzare veramente i suoi progetti bellici per l'esercito degli Sforza?
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Proviamo a immaginare la battaglia di Fornovo se si fossero usate le armi disegnate da Leonardo
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Ricognitori aerei e macchine volanti
"... Appena riunito il consiglio della Santa alleanza viene dato ordine di far decollare dalle colline le macchine volanti per osservare la disposizione e le forze nemiche dall'alta parte del fiume e dietro le colline..."
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Macchina volante - Codice Atlantico 70r
Una delle macchine volanti progettate da Leonardo avrebbe potuto dare la supremazia dei cieli, a scopo ricognitivo. Nessuno avrebbe mai potuto colpire la macchina e il suo pilota libero di sorvolare il campo nemico avrebbe potuto così ottenere informazioni preziose. E' improbabile, ma si può fantasticare pensando anche al lancio di bombe incendiare dall'alto.
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I cannoni invincibili
"... durante la notte precedente vengono trasportate sulle colline a sud le bombarde giganti, alcune vengono poi posizionate su ruote giganti per poterle spostare". |
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Il cannone gigante - Windsor collection
In un disegno giovanile di Leonardo si vede un cannone talmente grande da dover progettare una serie di macchine per poterlo alzare e posizionare su ruote. Nel disegno Leonardo visualizza addirittura una ventina di uomini impegnati nel suo sollevamento. Con cannoni del genere i francesi non avrebbero avuto speranza, ammesso che fosse stato possibile portarli sulla collina!
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Carri armati invincibili
"... i carri armati di Leonardo si dirigono verso i francesi che scappano, impossibile fermarli o contrastarli, i soldati all'interno sono protetti dagli scudi e sono in grado di sparare con le spingarde in ogni direzione...".
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Carro armato - Windsor collection
Molti hanno voluto vedere in questo progetto il precursore del moderno carro armato. In realtà Leonardo sapeva benissimo che sarebbe stato difficilmente manovrabile. Il suo disegno infatti era destinato più a impressionare il Moro che a diventare realtà. Comunque un carro protetto da scudi e con numerose bocche da fuoco disposte a 360° ad altezza uomo avrebbe come minimo terrorizzato l'esercito nemico. Un'evoluzione del progetto si trova sul Codice Atlantico, foglio 1r. Inoltre sul Manoscritto B Leonardo ipotizza di usare anche cavalli posti all'interno come forza propulsiva.
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Incredibili mitragliatrici
"... i francesi hanno cannoni e spingarde, ma in confronto alle mitragliatrici di Leonardo hanno una potenza di fuoco irrisoria. Una sola mitragliatrice dotata di 12 bocche da fuoco può seminare il panico in un'intera divisione nemica...".
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Artiglieria a canne multiple - Codice Atlantico 157r
Leonardo disegna molti tipi di bombarde, cannoni e spingarde. I disegni più impressionanti sono quelli che riguardano le artiglierie a canne multiple. Prima di lui molti avevano disegnato artiglierie con 2 o 3 canne. Leonardo disegna invece artiglierie con 12 e 33 canne. La disposizione a ventaglio è utile contro un esercito frontale ampio.
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Dardi mortali
"... strane spingarde appaiono sul campo di battaglia, non solo hanno uno scudo protettivo ma lanciano dardi mortali dalla precisione infallibile...".
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Spingarde a mantelletto - Codice Atlantico 70r
Leonardo studia approfonditamente tutte le armi della sua epoca e ne migliora l'efficienza e le prestazioni. In questo caso, propone un lancia-dardi a polvere da sparo. Protetto da uno scudo, può essere direzionato a piacere. Il dardo inserito nella spingarda è dotato di alette posteriori che si espandono a molla una volta che il proiettile esce dalla canna. |
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Testuggini marine meccaniche
"... i francesi vedono all'improvviso sul fiume dei ponti meccanici che galleggiano e attraversano il fiume, sono interamente coperti da uno scudo e non preannunciano niente di buono. All'interno i soldati della Santa alleanza aspettano di essere sulla sponda dei francesi per aprire la bocca meccanica e uscire per combattere...".
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Ponte d'assalto - Codice Atlantico 1074r
Leonardo prende ispirazione anche in questo progetto dalla letteratura in suo possesso. Copia, elabora e migliora un disegno di Francesco di Giorgio. Aggiunge lo scudo triangolare e il sistema di apertura della "bocca meccanica" azionato dall'interno del ponte mobile. Il sistema è dotato di un motore manuale che sposta il ponte.
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I ponti magici
"... in poche ore i milanesi costruiscono dei ponti per attraversare il fiume, utilizzano tronchi d'albero incastrandoli tra loro in modo da formare una struttura autoportante...".
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Ponte autoportante - Codice Atlantico 96r
Leonardo studia il modo per costruire in breve tempo ponti provvisori utilizzando materiale semplice. Propone un incastro di tronchi d'albero tale da rendere robusto e forte un ponte realizzabile in poche ore. Propone l'utilizzo a scopo militare e studia la struttura in modo tale che una volta che l'esercito è passato può smontare tutta la struttura semplicemente togliendo uno dei tronchi. In questo modo, il nemico non può servirsene.
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Catapulte mortali
"... i francesi sorridono alla vista di catapulte milanesi, non sanno però che Leonardo ha migliorato il progetto e i proiettili non sono semplici sassi, ma bombe incendiarie a frammentazione...".
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Catapulte a cucchiaio - Codice Atlantico 140a r
Con l'avvento della polvere da sparo le antiche catapulte cominciano a essere obsolete e inefficienti. Leonardo comunque migliora il meccanismo di lancio e di carica ottenendo numerosi progetti di catapulte micidiali. I proiettili potrebbero essere addirittura sostituiti dalle bombe incendiarie a frammentazione studiate dallo stesso Leonardo.
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Nuvole mortali
"... i francesi conoscevano bene le bombarde, ma il problema era che colpire il bersaglio era molto difficile. Queste però sono le Bombarde di Leonardo: i proiettili esplodono in aria e liberano una nuvola di bombe più piccole che si distribuiscono a pioggia sui poveri francesi...".
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Bombarde a frammentazione - Codice Atlantico 33r
Nel bellissimo disegno del Codice Atlantico Leonardo descrive tutta la potenza e la devastazione della sua invenzione. Utilizzando le classiche bombarde ne cambia i proiettili. Propone un gruppo di proiettili compressi in piccole bombe a loro volta impacchettate in un involucro di pelle. Il proiettile mortale si dovrebbe aprire in aria e far cadere sull'esercito le micro-bombe in una nuvola mortale precursore delle moderne e devastanti bombe a margherita o a frammentazione. |
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Carica musicale automatica
"...l'esercito milanese lanciato all'attacco viene affiancato da cavalieri che trascinano tamburi meccanici, magicamente da soli suonano la carica..."
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Tamburo automatico - Codice Atlantico 837r
Leonardo disegna un carro dotato di un meccanismo programmabile a pioli simile ad un carillon gigante. Il sistema aziona dei battenti che suonano un grosso tamburo. Potrebbe essere una macchina teatrale per parate o feste.
In questo contesto potrebbe essere usata per dare la carica all'esercito lanciato in battaglia.
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Leonardo3: ricerca storica e 3D
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Per i contenuti: copyright Leonardo3, tutti i diritti riservati
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20121 Milano, Italy
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F (+39) 02 78.40.21
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