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LA BOMBARDA
MULTIPLA
Un progetto
di Leonardo
funzionante
testi
di Edoardo Zanon
interpretazione e immagini di
Mario
Taddei e Edoardo
Zanon
CONTACT
US
IMAGES & EXHIBITIONS
LICENSING
Copyright © 2010 by Leonardo3 srl,
Milano - Italy
LE MACCHINE DA GUERRA
IL MANOSCRITTO
I MATERIALI
I COMPONENTI
LE DIMENSIONI
IL MOTORE
COME FUNZIONAVA
I MODELLI
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LE
MACCHINE DA GUERRA
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Trovare le radici storiche dell’arte della guerra è un’impresa
difficile,
dal momento che da quando esiste l’uomo la guerra ha
sempre fatto parte della sua storia. L’utilizzo di armi per imporre
la propria supremazia su altri individui, o intere popolazioni, ha da sempre
caratterizzato la società umana, a differenza del regno animale
che generalmente non fa uso di oggetti. Lo sviluppo di nuove armi, più efficaci
e potenti, è sempre stato un obiettivo. Dall’ascia preistorica,
alle armi impiegate dagli eserciti antichi, alle grandi macchine belliche
medievali, fino hai più moderni ritrovati da “guerre stellari”,
lo sviluppo della scienza e della tecnica costruttiva delle armi è stato
incessante. Nuove ricerche tecnico-scientifiche sono da sempre legate anche
a fini bellici. Si pensi che anche lo stesso Web è nato originariamente
per fini militari. Dalle macchine di Archimede (287 a.C.-212 a.C.) costruite
con specchi mobili che venivano indirizzati verso le imbarcazioni nemiche
con lo scopo di bruciarle all’antico “fuoco greco”, l’ingegno
dell’uomo è proteso verso la ricerca della spremazia sul proprio
nemico. Anche nel corso del XIV secolo, quando vennero introdotte le armi
da fuoco, lo sviluppo dell’arte della guerra era connesso con il
progresso tecnico-scientifico. L’utilizzo delle armi da fuoco, dai
primi archibugi ai potenti cannoni, stravolse lo scenario bellico in maniera
così radicale quanto mai nessuna altra arma era stata in grado di
fare. Ancora oggi, le bombe e i cannoni possono essere considerati degli
sviluppi di quanto ideato in quell’epoca: un cannone moderno non è poi
in fondo così diverso, almeno a livello concettuale, da quelli di
cinque secoli fa.
Sistema per trasportare cannoni disegnato da Leonardo su un foglio
oggi custodito appartenente alla collezione Windsor (Castello Reale
di Windsor, Royal Collection)
La polvere da sparo, conosciuta in Oriente come fuoco volante, e i suoi
primi utilizzi in Europa risalgono al XIII-XIV secolo, quando le prime
bombarde venivano impiegate per scagliare pesanti proiettili di pietra.
Solo nel 1400 vennero risolti i problemi legati al trasporto, alla movimentazioni
e al sistema di puntamento di questi pesanti strumenti, aprendo così le
porte a un loro impiego sui campi di battaglia. Anche in Leonardo i progetti
legati alla risoluzione di questi problemi trovano molta attenzione: il
celebre carro armato e la bombarda multipla sono probabilmente i due progetti
più grandi, ma Leonardo inventò anche molti altri sistemi
per il trasporto e l’impiego di queste nuove ermi: carri, spingarde,
cannoni multipli, bombarde e proiettili di vario genere.
La conseguenza più importante dovuta all’introduzione dei
cannoni e delle armi da sparo fu la crisi delle fortificazioni del tempo.
Costruite per resistere alle pietre scagliate da catapulte e trabucchi,
le mura dei castelli erano abbastanza sottili e costruite perpendicolarmente
al terreno. I colpi dei cannoni le sbriciolavano, aprendo brecce e demolendole
in breve tempo. Fu allora che le fortezze vennero costruite con pareti
sempre più spesse, con profili obliqui e curvi, in maniera tale
da offrire più resistenza ai colpi dei nemici. Anche in quest’ambito,
Leonardo ha realizzato più di un progetto, sia relativo a strumenti
di offesa, sia di difesa.
La
bombarda e il disegno di Leonardo
Storicamente, il primo celebre attacco con con cannoni avvenne nel maggio
del 1453, quando i turchi attaccarono Costantinopoli bombardandola pesantemente,
e distruggendo le pesanti mura che difendevano la città da più di
mille anni. Alcune bombarde che parteciparono a questo attacco si racconta
fossero così grandi, potenti e pesanti da trasportare, che fu necessario
fonderle sul posto.
L’impiego dei cannoni, e delle armi da fuoco in generale, non stravolse
solamente l’architettura dei palazzi, ma anche l’assetto politico
degli Stati. Solamente quelli più potenti e ricchi disponevano delle
risorse per poter rifornire gli eserciti dei nuovi mezzi e modificare le
proprie fortezze in maniera tale da renderle inattaccabili. La Francia
fu uno degli Stati che più riuscì ad adattarsi, mentre per
i piccoli e frammentati regni e repubbliche italiani fu più difficile.
Quando Carlo VIII scese in Italia con un moderno esercito di 30 mila uomini
attrezzati con artiglieria, la resistenza dei piccoli eserciti italiani
fu inesistente. Nel 1495 l’esercito francese entrò a Napoli
senza colpo ferire impossessandosi del regno.
Dal punto di vista tattico anche la condotta dell’esercito e la gestione
delle truppe mutò radicalmente. L’impiego di cannoni con gittate
sempre maggiori implicò una conoscenza del territorio minuziosa
e decisiva, e anche se i raggi di azione non erano quelli dei cannoni moderni,
il settore militare alimentò lo sviluppo della cartografia geografica.
Carro armato di Leonardo
(British Museum di Londra, f. 1030 - 1485)
La produzione cartografica di Leonardo è numerosa e qualitativamente
sorprendente. L’incremento di competenze tecniche all’interno
degli eserciti, non poteva non prescindere da una conoscenza dell’aritmetica
e della geometria. Da quando il primo colpo di cannone fu sparato contro
il nemico, il problema della traiettoria dei proiettili si pose al centro
delle riflessioni matematiche. Le operazioni di esplosione del colpo richiedevano
conoscenze non a disposizione del vecchio e superato esercito di ventura,
il cui impeto brutale nella battaglia era l’unica forte risorsa.
Galileo Galilei (1564-1642) descriveva il profilo del moderno condottiero
dipendente dalle scienze matematiche e dalla conoscenza tecnica delle macchine
che doveva governare.
Bombarde
progettate da Valturio.
Ovviamente, Leonardo non fu il primo a occuparsi di progetti che utilizzassero
la nuova tecnologia dei cannoni. E come in molte altre macchine, introdusse
miglioramenti ad apparati già esistenti. Prima di lui Francesco
di Giorgio Martini (1439-1501), nel Trattato di architettura civile
e militare,
e Roberto Valturio (1405-1475), nel celebre De Re Militari, disegnarono
fortezze anti-cannoneggiamento, bombarde circolari, carri armati e torri
fortificate con artiglieria mobile. Nel XV secolo la costruzione dei cannoni
subì importanti miglioramenti, il più importante dei quali
quello di ottenere la canna del cannone da un’unica fusione in bronzo,
mentre precedentemente i cannoni venivano costruiti legando tra loro diverse
sbarre di ferro battuto. La ricerca di leghe sempre più dure ed
efficienti sarà continua fino ai giorni nostri. Anche i piccoli
dettagli potevano fare la differenza: Leonardo progettò quindi proiettili
a frammentazione, o a lunga gittata, dotati di alette direzionali, e ancora
sistemi di retrocarica e spolette intercambiabili per velocizzare le operazioni
di ricarica dei cannoni. Nella celebre lettera indirizzata a Ludovico
il Moro si presentò come scienziato e artista. Leonardo scrisse: Ho
modi di bombarde comodissime e facili da trasportare e che sparano colpi
fatti da una moltitudine di sassi come se produssero una tempesta, con
un fumo tale da recare un grande spavento nel nemico, recandone gravi danni.
Se necessario sarò in grado di costruire anche efficienti e bellissime
bombarde e mortai.
Fortezza
di Leonardo (Codice Atlantico, f. 117r - 1507-1510)
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IL
MANOSCRITTO
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Il foglio 1ar del Codice Atlantico, databile tra il 1503 e il 1505, presenta
un disegno chiaro e netto in alto a destra, ma nella stessa pagina si notano
molti disegni appena accennati, che aprono la strada a diverse interpretazioni.
La più recente, a cura del centro studi Leonardo3, offre una soluzione
interpretativa inedita, ovvero quella di una poderosa imbarcazione armata
di sedici cannoni. In ogni caso, la lettura di un progetto di Leonardo
consente sempre interpretazioni diverse, che possono anche convivere tra
loro, dal momento che un riscontro definitivo è in molti casi impossibile.
L’ipotesi di una bombarda navale è certamente pertinente al disegno
e alle idee che Leonardo cerca di trasmettere in questo foglio. È il meccanismo
collocato al centro del disegno che rende questa ipotesi valida. Le palette delle
grandi ruote centrali non possono che muoversi nell’acqua; adottando questa
soluzione tutti gli altri particolari, i meccanismi posizionati a fianco delle
pale e l’intera struttura acquistano un senso.
Storicamente, si è sempre ipotizzato
che la grande struttura disegnata da Leonardo potesse essere una sorta
di bombarda da collocare in cima a una torre, o comunque sulla sommità di
una struttura militare terrestre. Nel manoscritto ridisegnato schematicamente
nella pagina a fianco, il disegno principale è quello meglio
definito e ricco di particolari. Gli altri disegni presenti sul foglio
sono molto leggeri, e potrebbero dare adito a diverse interpretazioni
della macchina, anche se l’ipotesi di un utilizzo navale di questo
progetto rimane sicuramente il più valido.
Progetto
principale
Proprio il particolare del meccanismo centrale induce all’interpretazione
navale della macchina: i tratti leggeri che sporgono dal telaio e i meccanismi
centrali a pale sembrano infatti avvalorare l’ipotesi di un utilizzo
nell’acqua. È su questa interpretazione che si basa il progetto
descritto il queste pagine.
Copertura
È un disegno molto leggero e non finito i cui tratti fanno pensare a una
possibile copertura dell’intera macchina. Nel particolare di destra di
questo disegno, si intravede anche un piccolo disegno in sezione che potrebbe
rappresentare lo spazio dove alloggiare il cannone.
Remi
Nel disegno principale sono presenti delle linee radiali. Una prima veloce
interpretazione potrebbe far pensare a semplici linee di costruzione, ma
a un’analisi più attenta si scorge che tutte queste linee risultano
doppie e quindi rappresentano un oggetto definito che potrebbe far pensare
a un eventuale serie di remi di ausilio alla navigazione.
Ruote
per torrione mobile
Un’ulteriore ipotesi potrebbe indurre a pensare alla soluzione mobile
terrestre. Una bombarda munita di ruote in grado di percorrere i campi di battaglia.
Anche in questo caso, il peso e la mole della struttura rendono questa ipotesi
poco credibile.
Bombarda su torre
Questo particolare è il più convincente nella
direzione di una soluzione terrestre. Rappresenta una vista in pianta di una
torre munita di
bombarda, con le aperture per i cannoni.
Vista laterale
La parte inferiore dell’intero manoscritto è di difficile interpretazione,
e le varie soluzioni che ne emergono sono meno convincenti di quella navale.
In questo particolare dettaglio, si può presupporre che la bombarda
sia collocata sulla sommità di un palazzo o di una torre. Quest’ipotesi è resa
poco credibile dal peso e dalle dimensioni che doveva avere la bombarda.
Ruota calcatoria
Nell’ipotesi di una struttura difensiva fissa, la ruota dentata inferiore
potrebbe assumere le funzioni di ruota calcatoria; mossa dall’azione
di uomini, poteva far ruotare tutta la bombarda in senso circolare.
Ricostruzione
3D della bombarda multipla
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I
MATERIALI
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La bombarda multipla era prevalentemente costruita in legno,
con tecniche simili a quelle impiegate nella costruzione di una grande
nave.
Le imbarcazioni che risalgono all’epoca di Leonardo erano costruite in
pino, facile da lavorare, con una buona densità, e quindi galleggiamento,
e resistente all’acqua. Potevano essere impiegati anche il larice, il
cipresso o l’abete. Per le parti più soggette a usura, come per
esempio tutti i meccanismi, l’olmo, il noce o il faggio si adattavano
allo scopo. Lo scafo, posizionato al di sotto della struttura portante veniva
successivamente impermeabilizzato utilizzando generalmente la pece.
La struttura era rinforzata con parti metalliche e cordame, con lo scopo di
renderla più resistente agli attacchi dei nemici durante i combattimenti.
Nonostante una stazza di assoluto rilievo lo scafo e il volume del progetto
ne garantivano il galleggiamento e la manovrabilità.
I
materiali utlizzati
Un
passaggio circolare consentiva ai manovratori di azionare il motore e sparare
con i cannoni.
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I
COMPONENTI
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Il numero di componenti della
bombarda è elevato.
Nel disegno di Leonardo, una vista in pianta, si nota solamente la
parte superiore, ovvero i cannoni, la struttura e la parte del “motore”.
Occorre però ricostruire anche ciò che sta al di sotto
del disegno, ovvero lo scafo e una robusta struttura portante in grado
di sostenere il peso di tutta la corazzata. Nel disegno di sinistra
si intravede una copertura appena accennata. Per poterla realizzare,
bisogna fare riferimento ad altre coperture disegnate da Leonardo in
altri progetti, come per esempio alcune spingarde (foglio 32r del Codice
Atlantico) o il celebre carro armato (British Museum, Londra, 1030).
La costruzione non doveva essere molto lunga ma non particolarmente
difficoltosa. La struttura del progetto è infatti modulare,
composta da sedici settori replicati circolarmente.
La maggior parte dei componenti era quindi uguale tra loro.
I
principali componenti
L’esploso dell’intera bombarda permette di capire la quantità di
pezzi che la compongono. Nell’ordine, partendo dal basso verso l’alto
si incontrano i remi, la struttura, i cannoni, la struttura della copertura,
la copertura e il motore. Tutta la struttura è composta da sedici moduli.
La
struttura della bombarda multipla è modulare, a base circolare. Ciascuno
dei sedici settori di cui è composta è uguale
agli altri. Volendo ricostruire la macchina questo elemento rappresenta una
grande comodità: produrre lo stesso pezzo serialmente comporta una
notevole ottimizzazione di tempi e materiali.
La bombarda risultava imponente
e complessa,
ma in realtà la struttura che la compone è molto semplice.
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LE
DIMENSIONI
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Nei manoscritti di Leonardo molto raramente si trovano indicazioni precise
riguardanti le dimensioni dei progetti disegnati. Questo probabilmente perchè questi
progetti non avevano ancora raggiunto uno stato costruttivo definitivo, e
quindi non era necessario comunicare a nessuno le dimensioni in cui ostruire
la macchina. Ma a Leonardo tutti questi particolari erano chiari. Non è difficile
dedurre la grandezza della bombarda multipla, prendendo come riferimento
la parte centrale dove i marinai dovevano muoversi. Le pale venivano azionate
con delle manovelle che dovevano essere opportunamente dimensionate rispetto
alle capacità di uno o più uomini. Una volta posizionati questi
ultimi all’interno della bombarda è facile risalire alle dimensioni
finali.
Riguardo al peso è più difficile fare un calcolo preciso. La
struttura e i cannoni erano molto pesanti, ma Leonardo avrebbe compesato questo
problema dotando la bombarda di uno scafo molto voluminoso.
Ingombri
della bombarda multipla
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IL
MOTORE
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Il disegno del Codice Atlantico è molto
piccolo, ma ricco di dettagli, e come spesso accade sono questi ultimi
a svelare
il funzionamento di tutta la macchina.
Nella parte centrale del disegno si trovano delle piccole manovelle,
collegate ai perni delle grandi ruote a palette. Queste ultime non
potevano che essere
utilizzate nell’acqua. Leonardo comprende chiaramente che per muovere
un mezzo tanto pesante con un sistema a palette rappresetna dei problemi. La
stazza della corazzata è infatti così elevata che pochi uomini
non sarebbero in grado di metterla in movimento. Ma il motore è ben
progettato con la forza delle braccia. Se si nota attentamente il disegno si
notano due meccanismi a gabbia molto piccoli che ingaggiano la grande ruota
dentata a sua volta collegata al perno principale di una delle ruote a pale.
Anche sul perno di questi ultimi sono ben visibili delle manovelle (A). A cosa
servivano? Ad imbarcazione ferma i marinai, come abbiamo visto, non sarebbero
stati in grado di muovere la barca, ma utilizzando questi piccoli ingranaggi
potevano iniziare a muovere le ruote a palette molto lentamente, ma facendo
molta meno fatica. Questi piccoli meccanismi sono paragonabili a un cambio
meccanico, simile alla prima marcia moderne automobili. Una volta in movimento,
anche se molto lento, la resistenza provocata dalla stazza della bombarda multipla
diminuiva e solo a questo punto gli uomini potevano spostarsi sui perni principali
(B e C) aumentando la velocità di rotazione delle pale già in
movimento.
Quando le ruote a palette giravano nella stessa direzione la barca procedeva
diritta, ma le ruote erano indipendenti l’una dall’altra e pertanto
potevano girare anche in opposizione. In questo caso la macchina effettuava
delle virate ma poteva anche girare su se stessa, con un preciso scopo.
La partenza.
Per avviare la bombarda i marinai azionavano prima i piccoli ingranaggi (A),
mettendo in movimento la bombarda. Una volta raggiunta una velocità sufficiente
si spostavano sui perni principali (B e C) incrementando la velocità.
Navigazione e virate
Una volta raggiunta la velocità di navigazione i piloti-marinai potevano
compiere diverse manovre. Facendo girare le ruote a pale nella stessa direzione
la traiettoria seguita era rettilinea, ma girandole in opposizione la barca
poteva compiere virate più o meno pronunciate, fino a girare su se stessa.
Questa manovra poteva essere utilizzata durante le fasi di combattimento,
per
sfruttare la potenza di fuoco di tutti i cannoni contro un unico obiettivo.
Vista
esplosa del motore
Particolare
del motore
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COME
FUNZIONAVA
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Le fasi di attacco potevano
svolgersi in due modalità.
Se l’imbarcazione si trovava accerchiata o con unità nemiche
in ogni direzione poteva esplodere contemporaneamente più colpi
di cannone in diverse direzioni, comprendo un angolo di attacco di
360 gradi (attacco multiplo). Quando invece l’obiettivo era uno
l’efficacia del progetto si rivelava stupefacente (attacco singolo).
I marinai iniziavano le manovre per far roteare su se stessa tutta
la macchina, muovendo le due ruote a pale in opposizione. Quando la
velocità di rotazione
era sufficiente i cannoni iniziavano a sparare i colpi in rapida sequenza.
dando al tempo a quelli appena impiegati di raffreddarsi e di esser caricati.
In questo caso l’obiettivo veniva colpito da una raffica di colpi inusuale
per l’epoca.
Modalità
di attacco della bombarda multipla
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I
MODELLI
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Seguono alcune fotografie
del modello della bombarda esposte presso la mostra Il laboratorio
di Leonardo, presso il Castello di Vigevano.
Modello
della bombarda multipla in scala 1:6
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