|
Questo
scriver si distintamente del nibbio par che sia mio destino, perchè nella
prima ricordazione della mia infanzia e mi parea che, essendo io in culla,
un nibbio venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda e molte volte
mi percotessi con tal coda dentro le labbra.
(Codice Atlantico, foglio 186v)
Questo scriver si distintamente
del nibbio par che sia mio destino, perchè nella
prima ricordazione della mia infanzia e mi parea che, essendo io in culla,
un nibbio venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda e molte volte
mi percotessi con tal coda dentro le labbra.
(Codice Atlantico, foglio 186v)
E' molto strano che in una vita trascorsa alla ricerca
della realizzazione del sogno del volo umano, proprio nel manoscritto
interamente dedicato allo studio del volo e all’analisi
degli uccelli come il Codice del Volo, Leonardo non abbia disegnato
una macchina volante. In realtà una macchina volante esiste, ma
va scoperta, ed è probabilmente la macchina volante più evoluta
che Leonardo abbia mai progettato.
Malgrado non sia presente un disegno unitario, il
progetto di Leonardo è molto
chiaro e ben descritto.
Come appare dunque la macchina del Codice del Volo e come funzionava?
La risposta è nei fogli manoscritti del Codice del Volo che occorre
decifrare in maniera corretta. Sono almeno una decina i fogli nei quali
si trovano riferimenti espliciti a questa macchina volante.
L’interpretazione della macchina che ho battezzato Grande
Nibbio è partita
da un piccolo disegno del foglio 17v. La ricostruzione è fedele
all’idea originale di Leonardo: malgrado manchi il disegno d’insieme
lo spazio per libere interpretazioni è molto ristretto e le indicazioni
testuali forniscono un’ottima linea guida. Altrettanto si può dire
per aspetti costruttivi fondamentali, come le dimensioni, i materiali
e il posizionamento del baricentro.
Il funzionamento non è invece così chiaro.
Nella maggior parte dei fogli si fa riferimento al volo librato. Leggendo
però le indicazioni riportate a fianco dei disegni delle articolazioni
meccaniche ci troviamo di fronte alla chiara intenzione di voler replicare
anche il battito delle ali. I disegni delle articolazioni dei fogli 16
e 17 vanno chiaramente in questa direzione e tentano di replicare meccanicamente
questo movimento complesso, fatto di traslazioni, rotazioni, aperture
e chiusure sotto sforzi considerevoli. Ogni sforzo progettuale di realizzare
un volo battente, con gli strumenti a disposizione di Leonardo, sarebbe
però stato vano. E Leonardo conosceva bene questo limite. Anche
oggi, con i materiali e la tecnologia di cui disponiamo, risulterebbe
difficile realizzare un meccanismo analogo e funzionante in questa scala.
Ho quindi ritenuto che Leonardo fosse orientato
verso un volo prevalentemente planato senza precludere al pilota, in
determinate ma rare circostanze,
di poter battere le ali a imitazione di quelle dell’uccello. Per
questa macchina Leonardo non aveva previsto un decollo ad ali battenti,
ma una partenza con una lunga rincorsa lungo un pendio in condizioni
di vento favorevole. In più di un passo Leonardo manifesta chiarezza
su questo punto. Alla stesso foglio 18r precisa poi che il grande
uccello
prenderà il volo dal monte Ceceri, il che lascia presupporre
un “lancio”,
in maniera analoga a Otto Lilienthal (1848-1896), che volò con
una macchina per certi spetti simile a quella di Leonardo.
Il primo uomo volante
Probabilmente nessun altro come Otto Lilienthal (1848-1896) può essere
avvicinato a Leonardo. Proprio seguendo lo stesso metodo di analisi e
sperimentazione, Lilienthal riuscì a compiere con successo migliaia
di voli librati.
|
|
|
Il pilotaggio risultava complesso
non tanto per lo sforzo muscolare, che durante il volo librato poteva
anche non essere prolungato, ma per
la contemporaneità di diverse azioni. Il pilota era vincolato alle
parti mobili della macchina ai piedi e alle mani. Soprattutto queste ultime
ricoprivano il lavoro più gravoso, in quanto movimenti diversi davano
origine a manovre diverse. Per esempio, muovendo le mani avanti e indietro
il pilota poteva chiudere le ali, indifferentemente una o l’altra.
Nel manoscritto compaiono testi e disegni relativi alla coda dell’uccello,
ma nessun disegno esplicito sembra riguardare quella della macchina. In ogni
caso, Leonardo ne conosceva bene il funzionamento e sicuramente l’aveva
prevista. Al foglio 5r scrive che il pilota dev’essere libero
dalla
vita in su per contrastare la forza del vento; potendo muovere quindi il
busto in tutte le direzioni ho ipotizzato che la coda potesse essere collegata
direttamente al busto del pilota; quando quest’ultimo inclinava testa e
addome in avanti la coda si sollevava, e in maniera contraria si abbassava. Inclinando
il busto verso i lati (destra-sinistra), poteva invece torcere la coda in queste
direzioni. Questo comportamento della coda è ben illustrato al foglio
17v. Anche i fratelli Wright nel loro celebre Flyer1 azionavano
alcuni comandi con il movimento del corpo: sdraiato su un carrello il pilota
si muoveva con il busto verso destra e sinistra “svergolando” le
ali per compiere la virata. La coda di Leonardo si doveva comportare allo stesso
modo.
Virata
La macchina vira modificando contemporaneamente
l’inclinazione
di entrambe le ali grazie all’azione dei piedi. Un’unica
fune collega le staffe dei piedi con la parte terminale del grande
braccio conico che si trova alle spalle del pilota. La corda è unica
e quindi mentre un piede si abbassa, l’altro necessariamente
sale. Abbassando il piede destro l’ala destra si abbassa e la
sinistra si alza, con il risultato di virare verso destra. Per eseguire
questa manovra è necessario muovere contemporaneamente entrambi
i piedi. Questo presuppone, anche se Leonardo non lo scrive né lo
disegna, che il pilota fosse seduto.
Movimento della coda
È governato dai movimenti del busto del pilota. Nel Codice
il particolare della coda non è disegnato, ma quando Leonardo
descrive il comportamento della coda del nibbio è facile dedurre
come dovrà muoversi anche quella della macchina. Probabilmente
delle funi di controllo corrono dalla parte terminale della coda alle
spalle del pilota; quando quest’ultimo muove il busto in avanti
e indietro, la coda si alza e si abbassa, ma non solo. Muovendo avanti
e indietro una sola delle spalle e torcendo quindi il busto, il pilota
ha la possibilità di “svergolare” la coda, alzandone
o abbassandone solo un lato (esattamente come descritto al foglio 17v).
Ciò agevola la precisione delle manovre.
Chiusura delle ali
Il pilota può chiudere le ali muovendo le braccia in avanti.
Questa operazione può coinvolgere entrambe le ali oppure una
alla volta in base alle necessità. Per esempio, al foglio 9v Leonardo descrive bene una situazione in cui l’uccello, o il
pilota, per evitare il ribaltamento dovrà chiudere una delle
ali: quando l’uccello è investito sotto al vento, nella
parte inferiore di una delle ali, allora potrebbe accadere che il vento
lo rovesci, a meno che, giratosi immediatamente col petto al vento,
non apra in direzione del suolo l’ala opposta, e non richiuda
l’ala che era stata investita dal vento, che rimane comunque
in una posizione più alta dell’altra.
Inclinazione delle ali
Alzando e abbassando le mani cambia l’incidenza
delle ali.
Muovendo le braccia il pilota agisce sulle corde collegate ai due
grandi bracci conici, passando attraverso le carrucole posizionate
sul piano
superiore. I comandi delle due ali non sono indipendenti; quest’azione
si svolge contemporaneamente su entrambe le ali, alzandone una l’altra
si abbassa. Mantenendo le mani in posizione centrale, le ali sono
livellate. Azionando il comando, invece, la macchina cabra o picchia. |
|
|
Il valore dell’analisi
compiuta da Leonardo sul volo degli uccelli è immenso.
Leonardo è stato un incredibile osservatore e un eccellente traduttore
di queste osservazioni sulla carta.
Il nibbio reale, l'uccello a al quale si è ispirato nel progettare questa macchina, è un
rapace
di grandi dimensioni con un’apertura alare di 140-150 centimetri poco più grande
del nibbio bruno, con il quale spesso viene confuso.
Sul foglio 5v Leonardo scrive di un nibbio senza fare un esplicito riferimento
a quale specie:
Il nibbio e li altri uccelli, che battan poco le alie, (quando) vanno cercando
il corso del vento, e cquando il vento regnia in alto, allora essi fieno veduti
in grande altura, e se regnia basso, essi stanno bassi
Seguono alcune fotografie di nibbi reali in volo. Nelle didascalie di queste
immagini in rosso sono le osservazioni trastritte da Leonardo e in nero la trascrizione
critica delle stesse.
[Le fotografie sono di Luigi Calabrese e di Claretta Christille]
Può l’uccello
stare infrall’aria, sanza tenere le sue
alie nel sito della equalità, perché non avendo lui il
centro della gravità sua nel mezo del polo, come ànno le
bilance, non è per neciessità constretto a tenere le sue
alie con equale alteza come le dette bilance.
L’uccello può stare in aria, senza tenere necessariamente
le sue ali in una posizione d’equilibrio, perché non avendo
sempre il proprio baricentro corrispondente alla propria metà,
come hanno le bilance, non è necessariamente costretto a tenere
le sue ali alla stessa altezza, come nelle bilance.
Come
la magnitudine dell’alia non si adopra tutta nel priemer l’aria
e che sia vero, vedi e traforamenti delle penne maestre essere molto di
più larghi spazi che la propia lalghezza delle penne; addunque,
tu, speculatore de’ volatili, non mettere nella tua calculazione
tutta la grandeza dell’alia, e nota diverse qualità d’alie
in tutti li volatili.
La grandezza dell’ala non viene utilizzata interamente nel premere
l’aria durante il battito delle ali. Per dimostrare che è vero,
osserva le fessure delle penne maestre che sono molto più larghe
della larghezza delle stesse penne; dunque tu, osservatore dei volatili,
non inserire nei tuoi calcoli tutta la dimensione dell’ala, e osserva
attentamente le diverse tipologie d’ali dei volatili.
Se
tu dirai che li nerbi e muscoli dell’uciello sanza conparazione
essere di (m) magior potenzia che quelli dell’omo, conciosia che
tutta la carnosità di tanti muscoli e polpe del petto essere fatti
a benefizio e aumento del moto delle alie, (...) ; qui si risponde che
tanta forteza è aparechiata per potere oltre all’ordinario
suo sostenimento delle alie, gli bisognia, a sua posta, radoppiare e
triplicare il moto, per fugire dal suo predatore, o seguitare la preda
sua.
Se sostieni che i nervi e i muscoli dell’uccello abbiano una potenza
non comparabile a quelli dell’uomo, e che tutta la massa di tanti
muscoli e del petto siano fatti a beneficio dell’accelerazione
del movimento delle ali (...) a questo rispondo che tanta forza è predisposta
oltre che per effettuare l’ordinario sostentamento in aria per
mezzo delle ali, per fuggire dal proprio predatore o per catturare una
preda con forze che sono raddoppiate o triplicate.
Percossa
disopra, (ch) la potenzia del vento, che la percote disopra, non è d’intera
calitudine, conciosia che ‘l conio (di) del vento, che si divide
del mezo di el l’omero ingiù, leva l’alia insù,
quasi colla medesima potenzia che si sia quella che fa il vento superiore
a mandare l’alia ingiù.
Nella
parte superiore, il vento non investe l’ala con tutta la
sua forza considerando che parte di questo vento, come un cuneo, investe
la parte inferiore dell’ala; il vento, dividendosi verso il basso
in prossimità della metà del bordo dell’omero, alza
l’ala verso l’alto, quasi con la stessa forza del vento che
investe l’ala nella sua parte superiore spingendola verso il basso.
La
coda ha moti e se ‘l destro stremo della coda bassa sarà più basso
che ‘l sinistro, allora si volterà inverso
il lato sinistro.
La coda compie diversi movimenti: ...
quando l’estremità destra
della coda è bassa e il lato destro più basso allora l’uccello
si volterà verso sinistra.
Quando
l’uccello (a) sarà nella disposizione a n c, e vorrà montare
in alto, esso alzerà li omeri m o, e troverassi nella figura b m n
o d, e premerassi l’aria infralle coste e la punta dell’alie,
in modo che la condenserà e daralle moto all’a isu, e genera
inpeto nell’aria, il quale inpito d’aria spingerà, per
la sua condensazione, l’uccello allo in su.
Quando
l’uccello sarà nella disposizione ANC, e vorrà salire
di quota, alzerà gli omeri MO. Si troverà così nella
posizione indicata nella figura dai punti BMNOD, e premerà l’aria
tra i fianchi e la punta delle ali, in modo tale da condensarla e produrre
in essa un moto verso l’alto; generando così velocità nell’aria,
questa stessa velocità spingerà, a causa della sua condensazione,
l’uccello verso l’alto.
|
|
|
Di seguito riporto un'utile bibliografia sull'argomento "Leonardo e il
volo".
E. Zanon
Il libro del Codice del Volo -
Dallo studio del volo degli uccelli alle macchina volante
Leonardo3, Milano 2009
[scheda
titolo >>>]
E.
Zanon
Il Codice del Volo -
Dagli uccelli alle macchine per volare
Leonardo3, Milano 2007
[scheda
titolo >>>]
AA.VV.
Achademia Leonardi Vinci - Journal of Leonardo Studies & Bibliography
of Vinciana
Edited by Carlo Pedretti - Volume II
Giunti Editore, Firenze, 1989
AA.VV.
Il codice sul volo degli uccelli di Leonardo da Vinci
Alberto Tallone Editore, Alpignano, 1991
AA.VV.
Leonardo da Vinci e l’aviazione
Edizione a cura della Lega Aerea Nazionale
Tipografia Guerrini e Lanza, Milano, 1912
AA.VV.
Il codice sul volo degli uccelli, i codici multimediali di Leonardo da
Vinci
Giunti Multimedia, Milano, 1999
Arrighi Vanna, Bellinazzi Anna, Villata Edoardo
Leonardo da Vinci, la vera immagine
Giunti Editore, Firenze, 2005
Beltrami Luca
Leonardo da Vinci e l’aviazione
Lega Aerea Nazionale, Milano, 1912
Batchelor John, Lowe Malcolm W.
Enciclopedia del Volo dal 1848 al 1939, White Star, Vercelli,
2006
The Complete Encyclopedia of Flight 1848-1939 (Vol. 1), Chartwell
Books, Secaucus, N.J., 2005
Blais Philippe
Leonardo’s Flight
Gates & Bridges, Québec, Canada, 2000
Bonifacio Ferdinando
Il velivolo moderno
Hoepli Editore, Milano, 1929
Cantile Andrea
Leonardo genio e cartografo, La rappresentazione del territorio tra scienza
e arte
Istituto Geografico Militare, Firenze, 2003
Carlson Paolo
L’uomo vola, storia e tecnica del volo, Hoepli, Milano,
1943
Der Mensch Fliegt, Im Deutschen Verlag, Berlin, 1937
Gentile Rodolfo
Storia dell’aeronautica dalle origini ai giorni nostri
Ali Editrice, Roma, 1945
Chanute Octave
Progress in Flying Machines
Dover, Mineola, 1998
Crouch Tom D., Jakab Peter L.
I Fratelli Wright
Edizioni White Star, Vercelli, 2004
Wright Brothers and the Invention of the Aerial Age, National
Geographic, Washington, D.C., 2003
Culick Fred E. C., Dunmore Spencer
On Great White Wings: The Wright Brothers and the Race for Flight
Airlife Publishing, London, 2001
Dalton Stephen
The Miracle of Flight
Merrell, London, 2001
Ghibaudi Bruno
Storia dell’aviazione
Editrice La Sorgente, Milano, 1958
Giacomelli Raffaele
Gli scritti di Leonardo da Vinci sul volo
G. Bardi Editore, Roma, 1936
Gibbs-Smith Charles H.
Leonardo da Vinci’s Aeronautics
Her Majesty’s Stationery Office, London, 1967
James Peter, Thorpe Nick
Il Libro delle Antiche Invenzioni, Un viaggio affascinante nel mondo
delle invenzioni e dei popoli che le hanno generate
Armenia, Milano,
2001
Ancient Mysteries, Ballantine Books, New York, 2001
Josephy Alvin M., Jr, Gordon Arthur
The American Heritage History of Flight,
by American Heritage Publishing Co., 1962
Storia del volo, dal mito all’astronave
Feltrinelli, Milano, 1962
Lewellen John, Shapiro Irwin
La storia del volo, Principato Editore, Milano, 1959
The story of flight: from the ancient winged gods to the age of space,
Golden Press, New York, 1959
Laurenza Domenico
Leonardo, Il volo
Giunti Editore, Firenze, 2004
Lilienthal Otto
Il volo degli uccelli, come base dell’arte del volo, LoGisma
Editore, 2007
Der Vogelflug als Grundlage der Fliegekunstird, Berlin, 1889
Ludovico Domenico
L’aeroplano cosa è?
Associazione Culturale Aeronautica, Roma, 1951
Marinoni Augusto
Il codice sul volo degli uccelli, nella biblioteca reale di Torino
Giunti-Barbera, Firenze, 1976
Merezkowsky Demetrio
Il romanzo di Leonardo da Vinci
A. Barion Edizioni, Milano, 1933
Niccoli Riccardo
La storia del Volo, dalle macchine volanti di Leonardo da Vinci alla conquista
dello spazio
White Star, Vercelli, 2002
Pedretti Carlo
Leonardo, Le macchine
Giunti Editore, Firenze, 1999
Petrini Enzo
Il volo del Nibbio, Leonardo e il suo mondo
Salani, Firenze, 1985
Prepositi Clemente
La storia dell’aviazione
Biblioteca Valecchi, Firenze, 1931
Ricci Ettore
Dal volo animale al volo muscolare umano
Hoepli Editore, Milano, 1946
Schneider Marianne
Leonardo da Vinci, Der Vögel Flug/Sul volo degli uccelli
Schirmer/Mosel, 2000
Taddei Mario, Zanon Edoardo
Leonardo’s Machines, Secrets and Inventions in the Da Vinci’s
Codices
Giunti Editore, Firenze, 2005
Uccelli Arturo, Zammattio Carlo
I libri del volo di Leonardo da Vinci
Hoepli Editore, Milano, 1952
Valentin Antonietta
Leonardo e il suo tempo
Cavallotti Editori, Milano, 1949
Weiller Guido
Dall’ala di Leonardo al reattore supersonico, breve storia dell’aeronautica
Universale Economica, Milano, 1954
|
|