Meccanismi composti |
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_2xx Macchine da guerra |
Nel Codice Madrid I Leonardo disegna e studia numerosissimi meccanismi per
ottenere diversi tipi di moto, spesso senza uno scopo specifico e solo per esplorare
le possibilità della scienza meccanica. Sono composizioni di macchine semplici,
evoluzioni o modi diversi per ottenere lo stesso risultato. Se ne contano più di cento
nelle sole prime dodici pagine. |
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Moto "disuguale" ~ Codice Madrid I, f. 0v |
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Leonardo comincia il codice con questo meccanismo,
lo scopo è quello di ottenere un moto
“diseguale”, non lineare, sull’asse (f). Questo moto
viene realizzato ruotando la rotella principale
tramite la manovella a cui è collegata l’asta.
L’estremità dell’asta ingaggia il profilo irregolare
esterno della ruota e scivolando ne segue il
profilo. Poiché è vincolata a muoversi solo orizzontalmente
in tre punti, ne consegue che il moto orizzontale
è programmato dal profilo irregolare.
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Trasmissione a "manico" ~ Codice Madrid I, f.1r |
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Nel trasmettere il moto tramite
un “manico” rettilineo tra due
rotelle, Leonardo sperimenta
un difetto di trasmissione, il
meccanismo si inceppa
quando si fa ruotare la rotella. Inserisce quindi due piccoli
rulli nel centro che
vincolano l’asta al centro e ne
migliorano la trasmissione del
moto che risulta di direzione
opposta. Nell’ultimo sistema,
invece, con tre rotelle allineate
il moto si trasmette nello stesso
verso a tutte le rotelle senza
difetti (tranne un leggero stallo
in posizione rettilinea superata
dall’inerzia del movimento). |
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Moto alternato a manovella ~ Codice Madrid I, f. 2r |
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Leonardo chiama l’effetto di queste due
macchine “confregazione contraria”. La
prima, mossa a manovella, sfrutta
il movimento di una grossa ruota su
cui sono sistemati dei denti sul piatto a
gruppi alternati. Questi denti a gruppi
ingranano alternativamente prima il
rocchetto in alto e poi quello in basso. I due rocchetti trasmettono quindi il
moto alternato alla luna dentata che
fa scorrere l’asta dentata prima in un
senso e poi nell’altro.
La seconda soluzione è più semplice, la manovella fa ruotare
due mezze ruote dentate che ingranano alternativamente
le due barre dentate. Le due barre sono poi vincolate tra loro
dal rocchetto che le riporta in posizione iniziale e riceve un
moto alternato. |
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Molla con trasmissione elicoidale e
Motore a molla con ingranaggio elicoidale ~ Codice Madrid I, f. 4r |
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Nella quarta pagina del manoscritto si incontra il primo sistema con motore a molle.
Leonardo scrive che all’interno del cilindro inferiore si trova la molla e da qui in
poi la darà per scontata e sottintesa ogni volta che servirà. Questo meccanismo parte
dal presupposto che una molla carica cede il massimo della forza all’inizio e mentre
si scarica diventa sempre più debole. Lo scopo è quindi quello di rendere lineare e
costante questa cessione d’energia. La molla carica è vincolata al perno centrale
e spinge a ruotare in senso orario la cassa. Contemporaneamente, il rocchetto
partendo dal punto è costretto a seguire il percorso dell’ingranaggio elicoidale. Dal
momento però che è vincolato all’asse, lo fa ruotare grazie all’incastro quadrato
mentre si sposta vero il centro. Leonardo è consapevole dei problemi geometricomeccanici
che incontra il rocchetto nell’avvicinarsi al centro e suggerisce anche che i
denti del percorso siano più distanti di quelli nel percorso iniziale. L’asse trasmette quindi il moto alla grossa ruota laterale. |
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Moto levigante ~ Codice Madrid I , f. 2v |
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Questo meccanismo è composto da due tipi di moto
risultante. Muovendo la manovella si mettono in
moto rotativo le due aste. L’asta superiore
trasmette il moto rotativo a sinistra sopra la base
passando per il foro. Contemporaneamente, l’asta
inferiore trasmette il moto rotatorio alla seconda
asta che lo trasforma in moto rettilineo alternato
col giunto e la carrucola alla base. Ne
risulta un complesso moto della base dell’asta,
utile per esempio per levigare specchi piani. |
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Rotazione alternata ~ Codice Madrid I , f. 11v |
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Il meccanismo che prende il moto da una manovella mette in movimento rotativo la grossa ruota dentata tramite una trasmissione a gabbia. La grossa
ruota presenta 16 denti sistemati esternamente solo
per metà. In questo modo, il sistema ingrana alternativamente
prima il rocchetto di destra e poi quello
di sinistra. I rocchetti esterni sono collegati forse a
due piatti o ingranaggi superiori che ricevono quindi un
moto rotativo alternato. Dato il numero di denti indicati, i piatti dovrebbero girare alternativamente due
volte per poi fermarsi per altrettanto tempo. |
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Moto alternato a palette e a coda di rondine ~ Codice Madrid I , f. 7r |
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Sulla pagina 7r Leonardo enuncia la regola sul numero di denti di un ingranaggio. In più presenta due
macchine per il moto alternato. La prima, mossa a manovella, fa ruotare una ruota con cinque denti che
spostano alternativamente sopra e sotto due palette vincolate a un’asta verticale. L’asta con le
palette si muove alternativamente spostando l’asta orizzontale di moto alternato. La seconda macchina
presenta due grosse ruote mosse da una manovella. Queste hanno nove denti collocati in modo alternato,
che di volta in volta ingaggiano e spingono la doppia leva a forma di coda di rondine che quindi oscilla
alternativamente. Il meccanismo finisce per spingere l’asta superiore con moto rettilineo alternato. |
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Moto programmato a percorso ~ Codice Madrid I, f. 8r |
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In questi due sistemi è presente una
innovazione notevole. Su una grossa
ruota è inciso un percorso ondulato la cui
forma è “programmabile” a piacere. Nel
solco vengono inserite una o più punte
vincolate a un perno costrette a seguire
il percorso quando la la ruota gira. In
questo modo, si producono uno o più
moti oscillatori programmati a seconda
dell’ondulazione ciclica. Nel primo caso,
il doppio solco simmetrico potrebbe servire
per azionare una cesoia che viene
mantenuta in posizione da un blocco
superiore. Nel secondo, il meccanismo è
una paletta come quella degli orologi che
Leonardo assicura essere più silenziosa. |
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Giroscopio gravitazionale ~ Codice Madrid I, f. 13v |
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Questo sistema ad anelli permette di
mantenere la posizione iniziale della semisfera
interna indipendentemente dalla sua
rotazione. I tre anelli esterni sono vincolati
in rotazione tra loro tramite due perni ad
anello con una sfasatura di 90° tra ogni
coppia. In questo modo, il sistema interno
ha la libertà di muoversi liberamente sui
tre assi (X, Y, Z). Il peso inferiore mantiene
orizzontale la semisfera interna. Lo stesso
sistema era adottato sulle navi per mantenere
stabile una lampada a olio nonostante
il beccheggio causato delle onde. |
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Molla autobloccante ~ Codice Madrid I, f. 13v |
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All’interno del cilindro c’è una molla che
conferisce moto alla ruota dentata sottostate.
Nella parte superiore, è montata un’asta curva
con una rotella che scorre e appoggia
sul piano superiore a forma di chiocciola con
un dislivello. La rotella è mantenuta in
pressione sul piano dall’arco metallico. In
questo modo, il meccanismo è libero di girare
solo in un senso, perché nell’altro verrebbe
bloccato dalla rotella che sbatte contro la
parete del dislivello. |
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Carica a molla progressiva ~ Codice Madrid I, f. 14r |
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Questo complesso sistema d’ingranaggi serve a
sfruttare al massimo l’energia di una molla. La molla
carica è nascosta nel contenitore. Quando il
meccanismo viene rilasciato tramite lo sblocco del
fermo, la molla comincia a spingere l’ingranaggio
elicoidale che sfrutta l’iniziale forte potenza della
molla con un passo breve e nel ruotare si abbassa
in automatico aumentando sempre più il passo. In
questo modo, anche la forza debole residua della
molla viene sfruttata fino in fondo. L’ingranaggio
elicoidale fa ruotare il rocchetto e quindi infine
la ruota superiore. Contemporaneamente,
il meccanismo in basso permette al blocco della
molla di spostarsi lentamente e progressivamente
verso destra. La manovella serve per ricaricare
a mano la molla. |
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Motore a molla sfasato ~ Codice Madrid I, f. 16r |
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La molla è nascosta nella parte inferiore e ha come polo di rotazione l’asse.
L’avvolgimento è dunque decentrato e
causerà un movimento della cassa strano,
ma utile. Infatti, sulla cassa è posta
una spirale con denti che oltre ad
allontanarsi dal polo si alza. Questo
ingranaggio spiraliforme ruotando ingrana
il rocchetto conico superiore che è
vincolato tra i punti. Il rocchetto è un ingranaggio a gabbia conico. Inizialmente
il raggio corto sfrutta la potenza
della molla e il raggio finale ampio la
carica residua. Il rocchetto è collegato
direttamente alla ruota finale. |
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Rotazione alternata a spicchi ~ Codice Madrid I, f. 21r |
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Leonardo cerca di migliorare il sistema di rotazione alternata che ha dei difetti d’ingranaggio e propone
qui la realizzazione del meccanismo principale utilizzando uno spicchio di cerchio a 45 gradi. La manovella
mette in rotazione la ruota con 32 denti disposti solo sulla sua metà. Questi ingranano alternativamente
prima lo spicchio che mette in rotazione il piatto che compie quattro giri. Nella fase successiva, la
ruota che continua a girare nello stesso verso ingrana lo spicchio, che allo stesso modo fa ruotare
quattro volte il piatto. È interessante l’utilizzo di un campanello che a fine corsa dello spicchio viene
scosso e suona mentre lo spicchio <eruota. |
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Trasmissione a fasce ~ Codice Madrid I, f. 23r |
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In questo sistema la trasmissione del
moto alternato manuale a una campana
che suona avviene tramite fasce
di stoffa o cuoio. Leonardo suggerisce la
trasmissione a fasce quando non si vuole
avere il rumore degli ingranaggi. Nel secondo
meccanismo l’effetto di movimento alternato viene fornito dalla doppia ascia
dentata che ingrana alternativamente i
rocchetti. Questa viene mossa a mano
tramite un’asta. |
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Moti con traiettoria programmata ~ Codice Madrid I, f. 24r |
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Girando la ruota a tramite il ruotino si ottiene il movimento
della rotella, che è libera di muoversi seguendo solo la scanalatura
lineare. Se vincolata o messa in verticale, per gravità
seguirà, avanti e indietro, il percorso stabilito. Sulla ruota invece,
c’è un complesso solco a forma di doppia spirale. In questo
caso, c’è una spoletta che viene inserita nel solco. Quando la
ruota gira, e la spoletta è vincolata a muoversi solo in un senso,
questa segue il percorso stabilito e riesce anche a superare gli
incroci grazie alla sua forma lenticolare. Variando la geometria
del percorso, si possono ottenere movimenti programmati. |
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Moto rettilineo alternato con trasmissione a cinghia ~ Codice Madrid I, f. 30v |
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Il sistema viene azionato dalla manovella che trasmette il moto tramite
una vite senza fine alla ruota, la quale girerà sempre in senso antiorario. Sulla ruota sono montati 12 denti solo nella sua metà
frontale, in questo modo la sequenza si divide in due movimenti. Prima
viene ingranato il rocchetto superiore che spinge la cinghia e la fa
ruotare in senso orario, poi alternativamente per ogni giro di R1 viene
ingranato anche il rocchetto inferiore, che fa ruotare la cinghia in
senso antiorario. La cinghia si muove quindi in avanti e indietro alternativamente,
spostando il ferro che le è agganciato. Leonardo suggerisce di
non far girare la manovella troppo velocemente, altrimenti gli ingranaggi
saltano. |
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Motore a molla elicoidale ~ Codice Madrid I, f. 45r |
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Questo motore a molla è un’evoluzione degli altri due presenti nelle pagine 4r e 16r. La molla, che questa
volta Leonardo precisa essere d’acciaio temperato fornisce un moto rotatorio a tutto il blocco centrale. In
questo modo, il rocchetto vincolato a scorrere solo verticalmente tra gli assi centrale e laterale
viene spinto e fatto ruotare sopra la “scala a chiocciola” dentata. I denti dell’ingranaggio a gabbia appoggiano
e ingranano i denti della spirale esterna. Il punto C appoggia invece sulla spirale liscia interna. Nei due giri e mezzo che permette questo sistema (gli altri permettevano solo un giro), il rocchetto
che è collegato a una grossa ruota con ingranaggio a corona oltre a ruotare si sposta in alto ingranando
il piatto superiore. L’ingranaggio ruota e scivola sul rocchetto con scanalature. Per rendere chiaro
il meccanismo Leonardo ci propone anche una sezione del motore centrale. |
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Analisi della biella ~ Codice Madrid I, f. 86r |
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Molto spesso Leonardo analizza i meccanismi
proponendo vari esperimenti con
piccole modifiche allo scopo di trovare la
soluzione migliore. In questo caso, per
esempio, analizza l’efficienza del sistema
biella-manovella, proponendo due tipi di
bielle (che chiama “la mezana”) una corta
e una lunga. Suggerisce quindi l’uso di una
biella molto lunga che renda il movimento
più fluido, invece di quella corta che può
anche incepparlo. |
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Volani a manovelle ~ Codice Madrid I, f. 86r |
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Per azionare un volano, si usa un sistema biella-manovella
inverso, che sarà poi il principio meccanico della macchina a
vapore. In questo caso, per aumentarne la velocità, Leonardo
suggerisce di raddoppiare, triplicare e quadruplicare i sistemi
di manovelle. Nel sistema a quattro manovelle disposte intorno
al volano, aggiunge due piatti rotanti che indicano l’utilizzo
della potenza fornita in più. Il sistema a quattro bielle è
meccanicamente simile ai motori moderni a quattro pistoni
collegati a quattro bielle che fanno girare l’asse. |
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Carrucole multiple ~ Codice Madrid I, f. 87 e 88r |
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Il concetto di carrucola può essere utilizzato anche
per far muovere ingranaggi e non solo per sollevare pesi.
Inoltre le possibilità di combinare moti diversi sono infinite e si
può sfruttare la lunghezza della corda per trasmettere il moto molto
lontano. Si eliminano anche gli attriti generati dagli ingranaggi e il loro
rumore. A seconda di come arriva la corda e dall’inclinazione della
carrucola, si possono ottenere rotazioni in ogni direzione. L’aspetto
fondamentale è che la corda avvolga almeno per metà la carrucola
per poterla ingaggiare per attrito. Questi sistemi sono alla base del
soldato robotica. |
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“Rote sanza denti” ~ Codice Madrid I, f. 97v |
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Nello sperimentare l’utilizzo delle carrucole,
Leonardo ci propone anche dei metodi sperimentali
per verificare le teorie. In questo caso, sono
presenti cinque coppie di pesi collegati tra loro con
corde e carrucole. Ogni coppia passa per il pilone
rotante centrale con avvolgimenti che aumentano di
mezzo giro ogni volta a scendere. Lo scopo è quello di
capire quanto l’attrito delle carrucole riesca a spostare i
pesi trascinando la corda. Il Codice Madrid è infatti ricco
anche di concetti di statica e geometria spiegati tramite
esperimenti meccanici. |
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Ingranaggi a vite e trapano a punta di diamante ~ Codice Madrid I, f. 119v |
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Leonardo studia anche strumenti per realizzare le
macchine. In questo caso, propone un trapano a punta
di diamante, utile quindi a forare qualsiasi superficie.
Il moto è dato da un grosso volano mosso con la
manovella che mantiene in rotazione il sistema con
l’inerzia. Il volano fa ruotare il rocchetto del trapano. Sul trapano è posta una grossa palla di piombo
che fa pressione sul pezzo sottostante. La punta di
diamante dev’essere raffreddata con acqua, esattamente
come si fa anche nell’industria moderna. |
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Meccanismo levigante ~ Codice Madrid I, f. 119v |
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È uno dei tanti meccanismi che si può considerare
come una macchina completa, perché se ne intravede
la funzione finale. Infatti, oltre alle macchine semplici
e ai meccanismi composti, il Madrid I propone anche
alcune macchine quasi complete e pronte a funzionare.
In questo caso, Leonardo studia un meccanismo per
levigare una pietra o uno specchio. La manovella
ingrana l’asse sottostante, che mette in moto rotatorio
la base dove appoggiare lo specchio da levigare.
Contemporaneamente, la manovella muove un sistema
a biella che mette in moto rettilineo alternato la pietra
levigante che scorre tra quattro rulli e appoggia direttamente
sullo specchio. Nel secondo sistema alternativo,
la manovella ingrana direttamente la ruota
e contemporaneamente fa oscillare avanti e indietro il
sistema a tre bielle vincolate nel punto X. |
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